L’emergenza Covid -19 è un fatto che darà una svolta epocale ai consumi e al mondo dei prodotti confezionati. Ci troviamo a cavallo tra la battaglia per l’eliminazione della plastica e l’esigenza di avere cibi protetti e sicuri da poter vendere e consumare con il minor rischio per la salute. In questo panorama di Lockdown, una delle categoria che sta soffrendo di più è tutto il comparto della ristorazione e del consumo al dettaglio in generale. In questi mesi, la mente imprenditoriale di molti ristoratori li ha portati a proporre consegne a domicilio, già favorite dai grandi gruppi di delivery come Just Eat e Deliveroo, ma anche in totale autonomia, con consegna domicilio in totale autonomia.
Per qua to riguarda i clienti, il consumo di piatti da ristorante a domicilio è sicuramente prerogativa dei grandi centri e delle grandi città industriali come potrebbe essere Milano. Questo periodo di Lockdown sta invece rimescolando le carte e facendo uscire un nuovo comparto imprenditoriale , quello del delivery.
Cos’è il delivery?
Il delivery è la consegna a domicilio in tempo “reale ” o quasi: Chiamo un ristorante, ordino il piatto, me lo portano a casa, fine .
Quello che da anni si fa con le pizze consegnate a domicilio. Ora il comparto di sta evolvendo, nascono siti dedicati, i ristoranti che hanno già i menu online li stanno riconvertendo in vendita diretta, noi registriamo un’impennata di richieste di confezionatrici per vaschette e stampanti per etichette, e parecchie società di catering che si stanno riconvertendo a gastronomie per la vendita di piatti pronti, in attesa di riprendere la loro attività principale, ma con il progetto di mantenerle entrambe.
Vedere una tragedia come un’opportunità, quello che molti imprenditori, piccoli commercianti, aziende, stanno cercando di fare, non progetti estemporanei per superare il momento, ma vere e proprie realtà parallele all’attività principale. Se come dicono, i posti a sedere nei ristoranti saranno meno per poter mantenere le distanze, sicuramente ci sarà necessità di sopperire a quel vuoto di incassi in altro modo, ci sarà bisogno di mantenere la cucina in movimento in altro modo. Il delivery e la vendita a distanza sono sicuramente una strada che nei prossimi mesi prenderà un’impennata di consensi e di richieste.
Quali investimenti ?
Pochissimo, la parte più importante è quella legata all’igiene, all’etichettatura e al mantenimento del cibo caldo/freddo, a seconda del prodotto. Se poi si vuol essere sicuri , basta una termosigillatrice per vaschette che sigilla la vaschetta, proteggendola da impurità e contaminazioni, una stampante per etichette con ingredienti, allergeni e tutto il necessario richiesto dalla normativa per la vendita di piatti confezionati. Ci son vaschette che possono andare direttamente in forno fino a 180°, il vostro piatto può quindi essere fornito freddo per essere rigenerato a casa del cliente, o anche solo riscaldato. E poi c’è la possibilità della vendita di piatti confezionati nelle catene della GDO, o nei delicatessen, o direttamente dal vostro ristorante.
Serve confezionare in atmosfera modificata o sottovuoto ?
Dipende, se il vostro prodotto viene confezionato e inviato a casa con un runner, allora no, basta renderlo igienicamente protetto da contaminazioni esterne, se invece volete produrre e stoccare, o venderlo al banco o darlo ad altri negozi, allora vi conviene pensare ad un confezionamento conservativo del vostro prodotto
Siete pronti per il delivery? Siete pronti per ripartire con una nuova pelle ?